L’ARTISTA

Stelio Meschini

STELIO  MESCHINI  ( 19/03/1923 – 22/04/2019) nacque a La Spezia da genitori di origine toscana. Pur dimostrando fin da giovanissimo particolari doti artistiche, preferì intraprendere studi di impronta scientifica, conseguendo a ventidue anni la laurea in Scienze veterinarie presso l’Università di Pisa con il massimo dei voti e lode. Iniziò la carriera professionale prima come veterinario comunale a Sesta Godano, poi come veterinario provinciale a Imperia e a Lucca, e infine al Ministero della Sanità a Roma come dirigente superiore fino al 1978. Per i meriti acquisiti durante il suo servizio è stato nominato Commendatore dell’ordine al merito della Repubblica Italiana su proposta del Consiglio dei Ministri.      

Contemporaneamente alla sua attività professionale a Lucca ebbe la possibilità di coltivare la propria vena artistica frequentando da allievo per vari anni lo studio del maestro Ezio Ricci, direttore per lungo tempo dell’Istituto Statale d’Arte di quella città.    

Anziché attardarsi a seguire i dettami accademici, in quegli anni Stelio Meschini risalì per proprio conto alle fonti del figurativo, visitando con grande attenzione i maggiori musei d’Europa e studiando sui libri d’arte le riproduzioni dei grandi maestri del passato (italiani, spagnoli, fiamminghi e francesi).     

Nella solitudine del suo studio, Stelio Meschini maturò così il suo stile personale che non può essere classificato come appartenente a qualche gruppo o corrente. Con la sua arte si pose infatti in aperto contrasto con le correnti pittoriche propugnatrici dell’informale e con gli stili ritrattistici propri del Modernismo e Postmodernismo, in auge negli anni della sua formazione artistica.    

Acquisita piena padronanza dell’arte pittorica, negli anni ’70 del secolo scorso si dedicò anche alla incisione, sviluppando questa ricerca in modo autonomo. Si cimentò prima nelle tecniche tradizionali e poi ne sviluppò anche di originali eseguendo bulini, puntasecca, acqueforti, linoleografie, cere molli, che furono giudicate “autentiche meraviglie” dagli esperti che hanno potuto visionarle nelle occasioni in cui furono esposte.  

Per temperamento si volle tenere sempre libero dai condizionamenti del mercato e partecipò  raramente a mostre, anche se non mancò di tenerne in diverse città  italiane tra cui Lucca, Roma, Cagli e Rovigo. Preferì comunque esporre in rassegne che privilegiavano gli aspetti culturali dell’arte pittorica. Coerentemente con questa scelta tenne nel 1970 una mostra a Madrid ed una a Valladolid per la Ia settimana culturale italo-spagnola, su invito dell’Istituto Italiano di Cultura, riscuotendo dalla critica apprezzamenti oltremodo lusinghieri. Nel 1980 ricevette il premio “Fiorino d’oro” per la partecipazione, avvenuta su invito, alla Rassegna Nazionale di Pittura Contemporanea “U. Vittorini” tenutasi a Pisa. Sempre su invito dell’Istituto Italiano di Cultura, nel 1982 tenne con grande successo di critica una mostra ad Ankara nella Galleria “Gama”, una delle più prestigiose di quella capitale. Nel 1989 Stelio Meschini fu invitato dall’istituto italiano di cultura di Bucarest per una mostra di opere grafiche, comprendente bulini, acqueforti, linoleografie, disegni ed acquerelli.     

Artista a tutto tondo, scrisse e pubblicò per un gruppo di selezionati amici e conoscenti due libri di poesie, nonché un libro che raccoglieva i suoi saggi sull’arte e le impressioni ricavate durante le visite a musei e mostre.   

Ritornato nella amata Toscana dei propri avi, concluse il suo percorso artistico dipingendo numerosi paesaggi dei luoghi della campagna, delle case rurali, degli scorci di fiume che riempivano l’inseparabile taccuino di attento e sensibile osservatore.

Meglio di ogni critica sintetizzano tutta la sua opera le parole scritte in suo onore:

Nella pittura

col sottile variare dei toni

nell’armonia dei colori

creò la luce

Nell’incisione

con nuovi ed antichi strumenti

con l’eleganza della forma

creò autentiche meraviglie “

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