Centenario della nascita

In memoria di Stelio Meschini nel centenario della nascita

Stelio Meschini nacque a La Spezia il 19 marzo 1923 da famiglia di origini toscane. Il padre, Egidio, nativodi Monterotondo Marittimo (Grosseto) si era trasferito subito dopo la fine della prima guerra mondiale a LaSpezia come operaio della locale azienda elettrica. Finite le scuole elementari Stelio fu iscritto alla scuola di avviamento professionale, destinato come era ad una vita da operaio.

Brillante fin da giovanissimo negli studi fece da privatista l’esame di terza media e si iscrisse all’Istituto Magistrale pagandosi le spese dando ripetizioni private e lavorando nei mesi estivi come disegnatore alla Termomeccanica di La Spezia. Ottenuto con ottimi voti il diploma magistrale decise di continuare gli studi e a 18 anni superò agevolmente da privatista l’esame di stato per la maturità del liceo scientifico. Scoppiata nel frattempo la seconda guerra mondiale, nel 1941 si iscrisse alla facoltà di veterinaria di Pisa solo perché gli studenti del terzo e quarto anno di corso erano esentati dal servizio militare. Revocata questa disposizione fu arruolato nel regio esercito, disertando dopo l’8 settembre e rifugiandosi a Monterotondo Marittimo dai parenti del padre, ove rimase fino all’arrivo dell’esercito alleato, separato quindi dalla famiglia che era bloccata a La Spezia oltre la linea gotica. Nonostante le vicissitudini di quel periodo, da lui narrate nel suo “Scintille di ricordi”, si laureò il 7 luglio 1945 a soli 22 anni con 110 e lode e una lusinghiera media nelle votazioni conseguite negli esamisostenuti. Appena laureato ebbe la prima condotta a Sesta Godano (Sp) , ma già nel 1951 risultò tra i primi vincitori del concorso nazionale per veterinario provinciale, incarico ricoperto prima a Imperia e poi, dal 1955, a Lucca. Chiamato al Ministero della Sanità a Roma ricoperse come dirigente numerosi e importanti incarichi in Italia e all’estero e fu autore di molte pubblicazioni scientifiche.
Negli anni trascorsi a Lucca aveva frequentato lo studio del pittore Ezio Ricci iniziando così quella che lui avrebbe poi definito come “la sua vera vita”, quella di pittore.
Anziché attardarsi a seguire i dettami accademici, in quegli anni Stelio Meschini risalì per proprio conto alle fonti del figurativo, visitando con grande attenzione i maggiori musei d’Europa e studiando sui libri d’arte le riproduzioni dei grandi maestri del passato (italiani, spagnoli, fiamminghi e francesi).
Nella solitudine del suo studio, Stelio Meschini maturò così il suo stile personale che non può essere
classificato come appartenente a qualche gruppo o corrente. Con la sua arte si pose infatti in aperto contrasto con le correnti pittoriche propugnatrici dell’informale e con gli stili ritrattistici propri del Modernismo e Postmodernismo, in auge negli anni della sua formazione artistica. Acquisita piena padronanza dell’arte pittorica, negli anni ’70 del secolo scorso si dedicò anche alla incisione, sviluppando questa ricerca in modo autonomo. Si cimentò prima nelle tecniche tradizionali e poi ne sviluppò anche di originali eseguendo bulini, puntasecca, acqueforti, linoleografie, cere molli, che furono giudicate “autentiche meraviglie” dagli esperti che hanno potuto visionarle nelle occasioni in cui furono esposte.
Appena fu possibile nel 1978 si congedò dal servizio svolto al Ministero della Sanità ottenendo per i meriti acquisiti prima il titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana e poi il 10/09/1978 quello di Commendatore dell’ordine al merito della Repubblica Italiana, su proposta del Consiglio dei Ministri.
Pur rifuggendo dal mercato e dai mercanti d’arte, aveva già tenuto alcune mostre personali prima a Lucca nel 1964, poi a Roma nel 1967, a Valladolid nel 1970 e a Madrid nello stesso anno presso l’Istituto Italiano di   Cultura . Successivamente tenne mostre a Cagli nel 1980, ad Ankara nel 1982, a Rovigo nel 1985, dove si era nel frattempo trasferito, e a Bucarest presso l’Istituto Italiano di Cultura nel 1989. Nel giugno 1980 partecipò alla Rassegna Nazionale di Arte Contemporanea ad inviti tenuta a Pisa, su segnalazione del prof. Luigi Ferrarino, ricevendo il premio “Fiorino d’oro”.
Caratteristica di ogni Mostra alla quale ha partecipato fu quella che nessuna di esse era organizzata da gallerie o mercanti d’arte, ma solo su invito personale, risultando egli estraneo ad ogni interesse puramente mercantilistico della sua arte.
Ha trascorso gli ultimi lunghi anni della sua vita a San Giovanni Valdarno continuando ogni giorno a
lavorare nel campo della pittura e della grafica al solo scopo, come ripeteva spesso, di “salvarsi l’anima” con il piacere di donare pezzi della sua produzione artistica ad amici e conoscenti che mostravano di apprezzarli.
Qui concluse il suo percorso artistico dipingendo numerosi paesaggi dei luoghi della campagna, delle case rurali, degli scorci di fiume che riempivano l’inseparabile taccuino di attento e sensibile osservatore.
Personalità poliedrica la sua, come dimostra la sua sterminata biblioteca che spaziava tra argomenti
scientifici, filosofici, storici, letterari, musicali.
Negli ultimi anni della sua vita volle lasciare una testimonianza della sua attività artistica e letteraria
pubblicando una serie di piccoli volumi in tiratura ristretta fuori commercio destinata alla cerchia ristretta dei suoi amici.

Riflessioni in libertà sull’arte

Scintille di ricordi

Versi vagabondi”

Poesie sparse

Una selezione della sua produzione artistica è contenuta nelle seguenti pubblicazioni:

“ Stelio Meschini: incisioni e disegni”

“ Stelio Meschini: il percorso artistico”

Meglio di ogni critica sintetizzano tutta la sua opera le parole scritte in suo onore:

“Nella pittura
col sottile variare dei toni
nell’armonia dei colori
creò la luce
Nell’incisione
con nuovi ed antichi strumenti
con l’eleganza della forma
creò autentiche meraviglie

Stelio Meschini morì a San Giovanni Valdarno il 22 aprile del 2019 all’età di 96 anni.

Carlo Ermes Tonelli .

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